Il viandante che la domenica mattina vedesse gruppi di moto correre sulla Flaminia verso Terni, non saprebbe certamente dire dove vanno. Ma se riuscisse (per caso) a dialogare con un motociclista (al di la’ dal casco integrale), verrebbe a sapere che per le gite della domenica mattina c’é una meta precisa, una sorta di “Stazione di posta”: si chiama “I Sassacci” e sta a Civitacastellana.
Il viandante che poi – dopo il dialogo col motociclista – riuscisse a farsi dare un passaggio e quindi arrivasse a “I Sassacci” di domenica mattina, si troverebbe davanti decine, e a volte centinaia di moto di ogni colore e forma: uno spettacolo che senz’altro gli metterebbe allegria anche se del tutto digiuno di motori.
A “I Sassacci” c’é un grande piazzale, un bar e un distributore e nient’altro. Li’ finisce la Flaminia laziale, dolce e ondulata, poco oltre c’é la zona industriale di Civitacastellana, nota per le ceramiche, e piu’ avanti la Flaminia si inoltra nell’Umbria, piu’ aspra e tortuosa. Il raduno é quindi sorto spontaneo: finisce un territorio e ne inizia un altro, a i “I Sassacci” si puo’ andare e tornare in mezza giornata, se invece si prosegue la gita diventa di un giorno.
Sul piazzale le moto stanno in fila, come in esposizione. Di tanto in tanto gruppetti di motociclisti si avvicinano all’una o all’altra discutendo di gomme o freni a disco appena montati. Tuttavia il passeggero viandante capitato per caso che dovesse sentirsi escluso sbaglierebbe: il clima non é per iniziati, ma piuttosto quello disimpegnato delle domeniche mattina in ogni luogo dove c’é una piazza. A “I Sassacci” non c’é la Chiesa, ma la gente si incontra in un sagrato di motori, e c’é cordialita’ per tutti.
Qualcuno arriva, qualcuno riparte per ritornare di li’ a poco, qualcun altro prende il caffè o l’aperitivo. Si puo’ addirittura pulire la visiera del casco col Vetril e il panno offerti gentilmente dal gestore del bar, ben felice di tuta la variopinta clientela. Si discute di moto e di strade, ovviamente, ma nche di altro, lasciando felicemente da parte le differenze e le diffidenze dei giorni feriali. Poi a fine mattinatal’adunanza si scioglie: tra mezzogiorno e l’una, da sole o a gruppetti di due o tre, le moto riprendono la Flaminia e la frazione “Sassacci” il suo aspetto abituale.
Il viandante che in precedenza fosse riuscito a farsi dare un passaggio, sempre che all’andata non si sia troppo agitato sul sellino guastando le curve al suo motociclista, dovrebbe riuscire a farsi portare indietro senza sforzo. Anche se con quella gente che va in giro moto non c’é mai niente di sicuro…
(Articolo scritto per “Il Nuovo” di maggio 2013)