QUI TUTTI GLI ARTICOLI SUL PRG DI CASTELNUOVO (2003 – 2008)
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La storia del Piano Regolatore fatto nel 2003 e cancellato nel 2008
Tra il 2003 e il 2008 il paese di Castelnuovo di Porto (3.000 ettari, 8.000 abitanti, 25 km dal centro di Roma) ha vissuto una vicenda amministrativa che non è eccessivo definire drammatica: l’Amministrazione in carica ha prima adottato e dopo 5 anni ritirato e annullato un Piano Regolatore.
In questo lasso di tempo Sindaco e Giunta hanno compiuto un percorso che può essere considerato emblematico, quasi un caso scolastico, di come non si fa ad amministrare un Comune e di come si fa a danneggiare un territorio e una intera comunità.
Quello che si può leggere qui è il riassunto documentato di quanto è accaduto, fatto da chi sedeva – tra il 2005 e il 2008 – tra i banchi della Minoranza consiliare. Oltre al riassunto cronologico, altre pagine del sito riportano gli articoli di commento all’intera vicenda.
Leggi qui gli articoli pubblicati prima della adozione 2003 sulle problematiche di un Piano Regolatore a Castelnuovo di Porto
Leggi quil’articolo pubblicato nel 2004 con la prima critica al Piano appena adottato
Leggi qui gli articoli pubblicati nel 2008 durante il “braccio di ferro” tra il Sindaco e i suoi Assessori per la revoca o non revoca del PRG.
———- Introduzione alla cronologia ————-
Preliminarmente va detto che il Comune di Castelnuovo di Porto sta nella prima fascia suburbana di Roma, in direzione nord, e che la sua superficie ha una forma “stretta e lunga” da ovest ad est. Questa forma particolare comporta l’esistenza in sostanza di due agglomerati urbani: quello del vecchio paese, ad ovest sulla via Flaminia, e quello della frazione di Ponte Storto, ad est sulla via Tiberina. Nel resto del territorio ci sono poi una decina di “lottizzazioni residenziali”, sorte fin dagli anni ’60 per soddisfare la richiesta abitativa proveniente da Roma, e numerose case sparse. Tra ovest ed est c’è una differenza altimetrica di circa 200 metri, con la zona tiberina, accanto al fiume Tevere, posta più in basso.
Si tratta di un territorio di suggestiva bellezza, in un quadrante suburbano che, a causa della sua conformazione aspra e di difficile accesso, non ha avuto il grande consumo di suolo che hanno avuto altre zone metropolitane di Roma, pianeggianti, come quella a sud o quella ad est. Ma che proprio per questo si trova ad avere uno svantaggio infrastrutturale (e quindi produttivo ed economico), e di conseguenza ha la urgente necessità di pianificare uno sviluppo compatibile.
Tale necessità, non era stata del tutto recepita dal primo Piano Regolatore, in vigore dal 1978, in quanto all’epoca l’esigenza era quella di ordinare e razionalizzare soprattutto la richiesta residenziale che fin dagli anni ’60 aveva iniziato a provenire da Roma. In questo senso si trattava di un buon piano, che prevedeva un certo numero di aree residenziali dette “lottizzazioni”; dotava anche il paese di una piccola zona industriale, collocata nell’area tiberina, nella pianura del Tevere. Delegava a successive pianificazioni attuative la forma particolareggiata delle varie zone, compresa quella del Centro storico, che era tuttora integro ed originale. La maggior parte del territorio restava destinata alla agricoltura.
Nel 1975 venne eletto Sindaco l’Ing. Giorgio Salè, che avrebbe mantenuto la carica per 4 mandati, fino al 1995. Il Piano non era stato “fatto” dalla sua amministrazione, ma da quella precedente; divenne vigente, come detto, nel 1978, durante l’Amministrazione Salè .
Tra il 1975 e il 1995 Salè tentò di rivedere il Piano Regolatore, ma non arrivò a proporre un progetto generale alla approvazione consiliare. Furono deliberate alcune varianti locali di importanza secondaria ma l’impianto del Piano rimase lo stesso.
Il nuovo Sindaco eletto nel 1995, la Dott.ssa Alessandra Paradisi, mise mano a una Variante Generale, ma senza riuscire a farla approvare: nel 1999 il Consiglio Comunale bocciò la adozione proposta e il paese – due mesi dopo – andò alle elezioni con lo stesso Piano di 25 anni prima.
Va sottolineato il fatto che durante il mandato Paradisi ci furono due provvedimenti amministrativi di Enti sovraordinati destinati ad avere grande importanza nell’assetto del territorio: nel 1997 oltre 1.000 ettari (il 34,6% del territorio comunale) furono compresi nell’istituendo Parco di Veio (in verde nell’immagine); poco dopo la zona industriale di Piano Regolatore, adiacente al Tevere, fu sottoposta a vincolo di esondazione in caso di piena del Fiume (in giallo nell’immagine). Anche a causa di questi due cambiamenti normativi divenne improcrastinabile rivedere al più presto il Piano Regolatore esistente.
Le elezioni del 1999 furono vinte dal Dott. Massimo Lucchese, candidato della lista civica “Dell’Ape”. Lucchese nel 2002 varò un Piano Particolareggiato del Centro Storico, mai approvato dagli Enti sovraordinati, che fu fortemente osteggiato da ambientalisti e associazioni, in quanto prevedeva opere moderne di forte impatto nel borgo antico. Successivamente, nel 2003, Lucchese portò in Consiglio Comunale e ottenne l’adozione di una Variante generale al Piano Regolatore di Castelnuovo di Porto.
Qui inizia la storia del Piano fatto, e poi sparito dopo 5 anni come un gioco di prestigio.
————- Cronologia dalla adozione 2003 alla revoca 2008 ————-
2003 23 dicembre – Il Consiglio Comunale adotta una “Variante Generale” al Piano Regolatore redatta dall’Architetto Maurizio Migliaccio. Vota contro la Minoranza, tutta costituita da esponenti della lista “Rifondazione Comunista”. In Maggioranza, tra i votanti a favore, il segretario e vari esponenti della locale sezione del partito “Democratici di Sinistra”.
Il Piano si occupa solo dello sviluppo edilizio e non considera, come prevedono le norme, il futuro dell’intero territorio comunale, comprese le zone agricole. Quella del Parco di Veio non è compresa nei grafici e l’area industriale è quella del Piano del 1975. Le lottizzazioni vengono definite “da completare” e viene impostato un ingrandimento del paese del 68% (4.561 nuovi abitanti sui 6.721 rilevati). Sono previste aree per servizi terziari pari a 47 mq per ogni abitante, valore economicamente insostenibile per qualsiasi Comune. Il Piano Regolatore per essere “vigente” deve fare una serie di passaggi, chiamati “iter di formazione”. Non è un atto che si fa in una volta sola, ma un atto che, prima di diventare valido, deve avere la possibilità di essere modificato sia dalla cittadinanza che dalla Regione. Nel frattempo dal momento della adozione, tutte le regole che riguardano il territorio vengono “congelate”. Per le edificazioni vale la norma “più restrittiva” tra il vecchio e il nuovo Piano2004 marzo – I cittadini presentano le loro “osservazioni” sul nuovo Piano Regolatore. Qualcuno non è d’accordo su una cosa, qualcuno su un’altra. Molti chiedono di costruire, altri non vogliono una espansione così pesante.
In tutto vengono presentate circa 200 osservazioni.
Alcune osservazioni rilevano che il Piano adottato non copre l’intero territorio comunale come è invece obbligatorio. Altre osservazioni rilevano che l’area industriale è quella di prima, adesso divenuta area di esondazione del Tevere e perciò inutilizzabile. A questo punto l’iter prevede che il Comune esamini le “osservazioni”, e che ad ognuna dia una risposta, negativa o positiva che sia. Non è stabilito un tempo entro il quale il Comune deve rispondere. Il Piano modificato in Consiglio Comunale dall’ eventuale accoglimento delle “osservazioni”, costituirà la proposta ufficiale che il Comune farà alla Regione. Solo quando il Piano sarà modificato con le “osservazioni” accolte, potrà partire per la Regione.2004 giugno – elezioni comunali a Castelnuovo. Lucchese e la sua Amministrazione vengono confermati con oltre 2.800 voti. Cambia tutta la minoranza, che con 2 liste raccoglie 1.700 voti. Nessun esponente della precedente Minoranza viene rieletto.
2005 maggio – Enrico Pane diviene Consigliere Comunale in conseguenza delle dimissioni del Consigliere che lo precedeva. La Minoranza è ora costituita, oltre da Pane, Paradisi e Mondati (Lista di centro-sinistra), Scorretti e Faustini. (Lista di centro-destra). In maggioranza siedono Consiglieri di tutti gli orientamenti.
2005 settembre – Dopo oltre un anno di inerzia sul Piano Regolatore, il Sindaco nomina Ernesto Ballini assessore all’Urbanistica.
2005 novembre – La Maggioranza, assente il Sindaco Lucchese, porta alla approvazione del Consiglio Comunale disegni che comprendono tutto il territorio comunale, sostanzialmente accogliendo, in modo irrituale, le osservazioni presentate al riguardo. Viene sostenuto che pur essendo il Piano del 2003 valido, “per una maggiore tranquillità” vanno “integrate” le zone agricole. Qui la dichiarazione a verbale dell’Assessore all’Urbanistica Ballini.
La minoranza eccepisce che se si ritiene che il Piano adottato ha validità giuridica, l’aggiunta dopo 2 anni di altre zone non è legittima. Se l’Amministrazione ritiene che sia indispensabile aggiungere le zone agricole omesse significa che è consapevole che il Piano 2003 non ha validità giuridica. Infatti una Variante Generale deve per legge comprendere tutto il territorio comunale, cosa che il Piano 2003 non fa. Inoltre in caso di aggiunta di nuove tavole si dovranno riaprire i termini per la presentazione delle osservazioni, cosa non permessa dalle norme.
La Maggioranza nel corso del Consiglio Comunale decide di ritirare la proposta di adozione di nuovi disegni. Qui il verbale del Consiglio Comunale.
2006 gennaio – L’Assessore all’Urbanistica Ballini risponde ad una interrogazione del Cons. Pane che chiede come intende procedere nell’iter del Piano regolatore. Ballini conferma che il Piano adottato mancava di una parte e che si procederà. Qui la interrogazione e quila risposta.
2006 12 giugno – L’Amministrazione, assente il Sindaco Lucchese, porta alla approvazione del Consiglio Comunale le aree agricole omesse nel 2003. A supporto della delibera viene prodotto un parere scritto della Regione Lazio (leggi), che ammette questa seconda adozione, purchè si tratti di “parte della zona agricola”.
Il redattore del Piano, in un intervento in Consiglio Comunale (leggi il verbale) ammette di avere omesso le zone agricole, ma non considera ciò un “reale problema”.
La Minoranza chiede ripetutamente al Consiglio Comunale che si attenda una puntualizzazione scritta che la Regione ha preannunciato. Propone di annullare subito l’adozione 2003 e iniziare immediatamente una nuova procedura che, in base alla legge Regionale, entro 8/10 mesi permetterà di dotare il paese di un Piano vigente.
La Maggioranza rigetta ogni proposta e approva, col voto contrario di tutta la Minoranza, la aggiunta delle zone agricole omesse nel 2003.
Va rilevato che il Sindaco Lucchese risulta assente in entrambe i Consigli Comunali che prevedono la discutibile “integrazione” della zona agricola omessa nel 2003. Alla luce di quanto avverrà negli anni successivi la coincidenza appare singolare.2006 13 luglio – La Minoranza chiede la convocazione del Consiglio Comunale e propone di deliberare l’annullamento del Piano per vizio di legittimità. La Maggioranza vota contro.
2006 2 agosto – La Regione Lazio fa pervenire una puntualizzazione del parere inviato (leggi), nella quale manifesta “perplessità” sulla correttezza della procedura e chiede che il Comune fornisca chiarimenti.
2006 14 settembre – Interrogazione del consigliere Pane (leggi) per sapere se la richiesta di chiarimenti della Regione è stata resa nota a tutti i Consiglieri di Maggioranza. Alcuni Assessori si dichiarano offesi, e alzano i toni. Grida in Consiglio.
2006 26 ottobre – L’intera Minoranza presenta una mozione che obbliga il Comune a dare alla Regione i chiarimenti richiesti (leggi). La mozione viene approvata anche col voto dell’Assessore Ballini.
2006 30 novembre – L’Assessore Ballini annuncia al Consiglio che il Comune di Castelnuovo di Porto non risponderà alla richiesta di chiarimenti della Regione, in quanto “in questa vicenda si è già perso troppo tempo”.
2006 18 dicembre – L’intera Minoranza presenta in Consiglio Comunale una Mozione che obbliga il Comune a rispondere alla Regione (leggi) . La Maggioranza boccia la mozione.
2007 maggio – Il Piano continua a rimanere fermo. Altre interrogazione (leggi) del Cons. Pane per sollecitare la Giunta a mandare avanti il Piano, anche per evitare ulteriori tasse ai cittadini. In proposito l’Assessore alla Finanza conferma che i cittadini castelnovesi proprietari di suoli agricoli destinati edificabili devono pagare l’ICI sul nuovo valore del terreno a far data dalla adozione del Piano. La Minoranza protesta contro questa tassa ingiusta, la cui responsabilità è della Maggioranza che non annulla il Piano nè lo manda avanti. (guarda il manifesto).
2007 12 luglio – Due nuove interrogazioni di Pane (leggi). Con la prima si sollecita nuovamente a mandare avanti il Piano Regolatore, con la seconda si chiede se l’Amministrazione considera il Piano scaduto dopo 3 anni. Vengono portate in deliberazione le osservazioni presentate da Enti e Associazioni. Pane dichiara che le sedute per le osservazioni sono tempo perso perchè il Piano non potrà mai diventare vigente: perciò non verrà in aula per tali sedute .
2007 19 novembre / 18 dicembre – Si tengono le sedute di Consiglio Comunale per deliberare sulle osservazioni presentate dai cittadini al Piano adottato nel 2003. La Minoranza non partecipa, salvo il Consigliere Scorretti in qualità di Vicepresidente del Consiglio. Le varie sedute si concludono quando mancano da esaminare le ultime 60 (circa) osservazioni.
Con le modifiche introdotte dalle osservazioni finora deliberate l’ingrandimento del paese passa dalla previsione del 68% del Piano adottato nel 2003 al 102%.2008 11 settembre – Dopo 9 mesi di stasi, 5 dei 6 membri della Giunta Comunale (Ballini, Baldelli, Bali, Guadagnoli, Pedicino – manca solo l’Assessore Risoluti) notificano al Sindaco la formale richiesta di convocazione del Consiglio Comunale perche’venga concluso l’iter del PRG. Il Presidente del Consiglio Comunale Diociauti (contravvenendo al Regolamento che prevede un tempo massimo di 20 giorni) convoca il Consiglio solo per il 18 novembre 2008, oltre 2 mesi dopo.
2008 5 ottobre – Il Sindaco interviene ad una manifestazione pubblica del Partito Democratico e dichiara di non volere più questo Piano Regolatore. Vari dirigenti del locale PD, tra cui il Portavoce, appoggiano esplicitamente il Sindaco. La Minoranza presenta formale richiesta di convocazione di un Consiglio per discutere le affermazioni del Sindaco e il suo cambio di linea.
2008 17 ottobre – Si riunisce il Consiglio Comunale. Il Sindaco dichiara che ritiene necessario rifare daccapo tutto il Piano, facendo sostanzialmente propria la linea che la Minoranza porta avanti da 4 anni. E’ d’accordo con lui solo l’Assessore alla Finanza Risoluti, nonché – ovviamente – l’intera Minoranza. Gli è contraria la sua Maggioranza.
Pane propone che la Maggioranza si adegui alla linea del Sindaco; si dichiara favorevole a che la Maggioranza annulli il Piano, al fine di evitare ai cittadini tasse inutili e perdita di altro tempo; tuttavia ritiene che la responsabilita’ di annullare il Piano dopo 5 anni debba essere della sola Maggioranza, in quanto la Minoranza non ha alcuna responsabilita’ per i 5 anni persi dal paese; indica il metodo tecnico con il quale, secondo le leggi vigenti, una nuova Amministrazione potrà formare un valido PRG.
2008 24 ottobre – Un nuovo Consiglio Comunale su richiesta del Sindaco – anche coi voti della Minoranza – approva una norma che permette il rimborso dell’ICI per i terreni edificabili nel caso in cui il PRG venga ritirato dalla Amministrazione. Al termine della seduta il Sindaco presenta le sue dimissioni, motivandole col fatto che non ha più una Maggioranza che lo sostiene.
2008 13 novembre – 8 consiglieri comunali – 5 di maggioranza (D’Agostino, Guadagnoli, Bali, Baldelli, Risoluti) e 3 di minoranza (Pane, Scorretti, Faustini) chiedono al Sindaco di ritirare le dimissioni affinchè il Consiglio Comunale resti in carica e possa deliberare la revoca del Piano Regolatore. (Va sottolineato che decadendo il Sindaco non sarebbe piu’ stato possibile evitare la riscossione dell’ICI sui terreni destinati edificabili ma di fatto non costruibili, con grave danno a molti cittadini). Il Sindaco ritira le dimissioni.
Va rilevato che dei 5 Assessori che l’11 settembre si posero “contro” Lucchese, 2 restano “contro” (Ballini e Pedicino) e vogliono a tutti i costi il PRG, mentre 3 (Guadagnoli, Bali e Baldelli) hanno cambiato idea e chiedono ora che il Sindaco rimanga in carica (anche al fine di evitare la tassazione di cui sopra), anche se questo “costa” l’annullamento del PRG.
2008 18 novembre – Il Consiglio Comunale delibera il ritiro del Piano Regolatore adottato nel 2003. Votano a favore della revoca del Piano 9 Consiglieri: il Sindaco, 6 consiglieri di maggioranza (Risoluti, D’agostino, Diociaiuti, Bali, Baldelli, Guadagnoli) e 2 di minoranza (Scorretti e Faustini). 2 consiglieri di minoranza si astengono (Paradisi e Manunta). Il quinto consigliere di Minoranza (Pane) esce dall’aula prima della votazione. Votano contro la revoca del Piano 5 consiglieri di Maggioranza Pedicino, Marchetti, Rossini, Faraotti, oltre all’Assessore all’Urbanistica Ballini, il quale seduta stante rimette al Sindaco la delega ricevuta. Sono attese le dimissioni del Sindaco.
Sulla revoca del Piano la Maggioranza perde i suddetti 5 componenti e si riduce a 7. Il gruppo dei 5 Assessori che l’11 settembre misero in mora il Sindaco chiedendo la convocazione del Consiglio Comunale per varare definitivamente il PRG si dividono in 2 + 3. Due (Pedicino e Ballini) restano “fedeli alla linea” di considerare valido il PRG e votano contro il suo ritiro, mentre tre (Bali, Baldelli e Guadagnoli) cambiano idea e si allineano al nuovo Lucchese, dando il loro voto per cancellare il Piano. Anche la Minoranza – dopo 5 anni – sul PRG perde la sua compattezza: Scorretti e Faustini votano con la Maggioranza per la revoca del Piano, Paradisi e Manunta si astengono, Pane non partecipa al voto.2008 23 dicembre – Il Consiglio Comunale boccia il Bilancio Consuntivo 2007 . Il Sindaco ottiene 8 voti favorevoli (i 7 della sua Maggioranza residua più 1 del Consigliere di Minoranza Faustini) e 9 contrari. Il Sindaco ammette di non avere una Maggioranza precostituita ma non vuole affrontare l’argomento, facendo rinviare la discussione richiesta animatamente da vari Consiglieri. 5 Consiglieri Comunali (Pane, Paradisi, Manunta di minoranza, Ballini, Pedicino di maggioranza) abbandonano l’aula per protesta. Pane si dimette dalla carica di Consigliere Comunale. Il Consiglio, con il voto favorevole dei Consiglieri rimasti in aula (10 di Maggioranza e i 2 di Minoranza Scorretti e Faustini) approva la istituzione di una Commissione Consiliare che si occuperà in pochi mesi di porre le basi per un nuovo Piano Regolatore. Su proposta del Sindaco il Consigliere Scorretti viene eletto Presidente della commissione.
2009 giugno – Si tengono le elezioni comunali. Vince la Lista di Fabio Stefoni, nella quale stanno gli esponenti dell’Amministrazione Lucchese che non vollero seguire il Sindaco nel suo “ripensamento” sul Piano Regolatore. L’altra meta’ della Amministrazione Lucchese (quelli che lo seguirono nel “ripensamento”, con i quali si candidano Scorretti e Faustini della ex minoranza, capolista Diociauti) va all’opposizione.
Nel nuovo Consiglio Comunale siedono tutti quelli che non seguirono Lucchese nel suo ripensamento sul PRG, e hanno ruoli di primo piano: Pedicino (record di preferenze) e’ Vicesindaco, Ballini Presidente del consiglio Comunale, Marchetti, Rossini e Faraotti Assessori. L’Opposizione del nuovo Consiglio risulta composta dai tre capilista delle liste perdenti Diociauti, Gobbi e Paradisi, piu’ Faustini e Cantoni per voti di preferenza. Tra gli ex Consiglieri non vengono rieletti Baldelli, Risoluti, D’Agostino, Mondati e Scorretti. Non partecipano alla tornata elettorale e non si ricandidano Lucchese, Guadagnoli Bali e Pane.
(Dei tre Assessori che in pochi mesi cambiarono varie volte posizione rispetto a Lucchese – Guadagnoli, Bali e Baldelli – i primi due scelgono di non candidarsi, mentre l’ultimo non riesce ad essere rieletto).
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