Sig.Presidente del Consiglio, Sig. Sindaco, sigg.ri Consiglieri,
la analisi delle entrate e delle uscite, la correttezza formale o meno del Bilancio – per quanto, come abbiamo udito, in discussione anche questa – non esaurisce le considerazioni di politica amministrativa che devono essere fatte e dalle quali discendono i conti e le scelte che sono alla politica amministrativa secondarie e conseguenti.
Perché il Bilancio non è un mero documento finanziario sig. Assessore alla Finanza locale. Così come l’Ente Comune non è una società privata sig. Sindaco. Nella Pubblica Amministrazione ci sono motivi etici, sociali e quindi politici, che devono guidare le scelte finanziarie.
In questo, il vostro Bilancio non è soltanto carente, ma di più: non contiene scelte di politica amministrativa. E, se non scegliere significa invece accettare passivamente quello che avviene, e quindi rincorrere perennemente l’emergenza, il vostro Bilancio che non sceglie è un documento ragionieristico, che non rivolge Castelnuovo di Porto in nessuna direzione, ma lo tratta come un battello senza timone, fa galleggiare il paese sul mare magno del tempo che passa, in balia delle correnti marine.
Come abbiamo visto non ci sono scelte di indirizzo sui lavori pubblici. Da anni ormai la politica amministrativa sui lavori pubblici è basata su due principi: – emergenze manutentiva; – tentativi di finananziamento di Enti sovraordinati. Se questo poteva essere giusto e anche adatto al paese di tanti anni fa, quando Castelnuovo di Porto era un piccolo centro storicamente subalterno a Roma, non aveva risorse proprie e un bilancio molto ridotto, oggi questo atteggiamento è quantomeno anacronistico. Oggi Castelnuovo di Porto è un Comune della prima corona urbana romana, che per questa posizione si ritrova ad avere delle enormi opportunità che devono essere indirizzate e governate. Il pericolo che consegue al procedere con il vecchio criterio è quello di subire gli eventi, ovvero non utilizzare queste opportunità, e farle diventare problemi.
Come abbiamo visto le entrate non vengono computate con la necessaria precisione. Il dibattito ha evidenziato la questione ICI aree edificabili ex variante adottata, nonchè la questione contributi di costruzione.
Per questo e anche per le altre considerazioni fatte, abbiamo anche visto che il Bilancio è carente negli obbiettivi, precipuamente in termini di cassa. “Per la verifica in termini di cassa”, come evidenziato dagli stessi Revisori, “è necessaria una previsione puntuale e certa dei flussi e dei tempi dei pagamenti”. Gli obbiettivi, in assenza della puntuale verifica di cassa, diventano mobili e opinabili.
Come già avvenuto per il Bilancio 2006, gli stessi Revisori richiamano la necessaria attuazione in termini di Bilancio del programma amministrativo che dovrebbe essere la stella cometa della navigazione del battello “Castelnuovo”. Anche quest’anno il Bilancio risulta carente negli “obbiettivi gestionali” affidati ai Responsabili dei Servizi, con la conseguenza che il Comune di Castelnuovo viene gestito da funzionari di alto grado che hanno disponibilità di spesa, a fronte della quale, per lo stesso rilievo dei Revisori, non hanno precisi obbiettivi e conseguentemente precisi parametri di verifica del lavoro che viene compiuto.
Il Bilancio preventivo 2007, per le considerazioni sopra esposte, e per il dibattito che c’è stato in quest’aula, è l’occasione migliore per evidenziare, anche al di là dei numeri e delle cifre, quello che tutti i cittadini castelnovesi avvertono, seppure in forme diverse, e con diverse motivazioni ed espressioni: esiste un distacco della politica amministrativa locale dalle reali esigenze dei cittadini. Nel Bilancio non c’è un programma di abitazioni a canone controllato, non c’è una specifica politica amministrativa per i bambini e per i giovani oltre quella scolastica, la stessa edilizia scolastica resta nella sfera delle intenzioni e rincorre di anno in anno l’emergenza dettata dalla contingenza, non c’è un programma concreto per dotare il Paese di una zona produttiva-artigianale, nulla viene previsto per l’agricoltura e l’allevamento, che rappresentano le radici economiche e culturali di Castelnuovo, nulla per la difesa del suolo, non c’è una organica programmazione della questione viabilità, che diventa sempre più problematica. Nel Bilancio non viene corretta la negativa politica di programmazione territoriale degli ultimi 8 anni: ci siamo dimenticati che in 8 anni non è stato prodotto nessuno strumento di pianificazione effettivo e vigente; né il Regolamento Edilizio, né il Piano del Centro Storico, né il Piano Regolatore, né i Piani di Lottizzazione, né eventuali Piani di Recupero delle zone residenziali, molte delle quali sono tutt’ora rifornite dall’acqua dei pozzi privati non controllati, senza gas, lampioni, e con strade non collaudate e pericolose.
Noi politici locali stiamo su un piano diverso dalla cittadinanza, e i due diversi piani non comunicano. Ma io desidero dissociarmi da questa impostazione, la cittadinanza avverte qual è la realtà e io, di fronte a questa divaricazione che ho descritto, voglio stare dalla parte dei cittadini, e dissociarmi dal Bilancio come impostato.
Annuncio il mio voto contrario alla delibera sul Bilancio preventivo 2007, con l’auspicio che, per il bene del nostro Paese, il divario, la divaricazione tra cittadini e i loro amministratori possa in futuro ridursi e scomparire del tutto.