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A Castelnuovo di Porto c’è una antenna grande, enorme, fatta a traliccio, che sta in posizione esattamente baricentrica, tra scuola elementare, scuola media, tribunale e case abitate.
Il traliccio sta lì da un sacco di tempo (anni ’70), e per decenni serviva le linee telefoniche fisse, i cellulari erano al di là da venire e l’elettrosmog non si sapeva neppure cosa fosse. La zona dove sorge fu vincolata (anni dopo la costruzione del traliccio) come “bellezza naturale”.
Una dozzina d’anni fa (Consiliatura Paradisi), fermo restando il traliccio, la azienda telefonica proprietaria ci avvitò in cima le antenne per i telefonini, con regolare richiesta al Comune, che non trovò nulla da ridire. Le antenne per i cellulari in questo modo si trovarono a funzionare a pochi metri dalle scuole castelnovesi: una cosa da non fare, visto che a causa del campo magnetico (elettrosmog) che tali apparati producono, almeno per precauzione non devono stare vicino a scuole ed ospedali.
Sembra una cosa semplice, ma invece non lo è. Intanto la Azienda telefonica, (proprietaria dell’antenna e del lotto su cui è installata) per spostare tutto l’apparato dovrebbe affrontare spese molto alte, e poi andrebbe individuato un sito adatto al trasloco. Secondo poi sorge anche a Castelnuovo il partito degli scettici, quelli che “l’antenna non fa male” e che “se-usiamo-il-telefonino-non-dobbiamo-protestare”.
In questo quadro, la questione viene affrontata dal Circolo “Legambiente Castelnuovo”, che nel 2004 inizia una mobilitazione, con richieste di controlli, raccolta di firme, e in ultimo un esposto al Nucleo Tutela ambiente dei Carabinieri. La questione viene portata in Consiglio di Istituto con la richiesta di intervento della Autorità Scolastica. Nel 2005, la prima interrogazione del sottoscritto neo- Consigliere Comunale, è questa sull’antenna. In risposta il Comune prende l’impegno di affrontare la questione, e di varare il “Piano delle Antenne”, ovvero una pianificazione che obbligherebbe le aziende telefoniche a piazzare le antenne in luoghi adatti e senza pericoli per la salute. Il Comune chiama anche l’ARPA, che è l’agenzia pubblica regionale che misura le emissioni, la quale viene, piazza gli strumenti, e dice che è tutto a posto. Nel frattempo i Carabinieri scoprono che ci sono state delle irregolarità edilizie nella installazione delle antenne cellualri nel 1998 , vengono sul posto e le sequestrano, pur lasciando tutto quanto in funzione.
Siamo a novembre 2005, e la soluzione sembra avviata. C’è l’impegno del Comune, della Direzione Scolastica, l’inchiesta della Magistratura, l’intervento dei Carabinieri. I bambini continuano ad andare a scuola sotto l’antenna, ma si spera per poco tempo ancora.
Invece qualcosa si inceppa, e il passaggio tra il dire e il fare si dilata a dismisura. Il “Piano delle antenne” scompare dall’orizzonte, la Scuola si rifugia nel “burocratese”, della inchiesta non si hanno più notizie e tutto resta com’è. Diverse associazioni sostengono che il Comune – volendo – può intervenire anche senza Piano delle Antenne. Alcuni genitori rilevano che la misurazione delle onde elettromagnetiche per essere attendibile non va fatta una volta sola, come fece l’ARPA, ma in un arco di tempo di settimane, in quanto le emissioni non sono costanti, ma possono aumentare e diminuire di ora in ora e di giorno in giorno. Scoprono poi che esistono antenne sicure (clik qui) , che hanno l’unico difetto di costare tre volte di più, e che il Comune avrebbe l’autorità per renderle obbligatorie.
Intanto il tempo passa. Il partito degli scettici trova proseliti, e in qualche modo l’attenzione dei cittadini si sposta su altre problematiche ritenute più importanti. Gira voce che l’antenna sia spenta, ma non è vero. Il Circolo Legambiente continua a raccogliere firme e ad occuparsi dell’antenna, e ogni anno, nella domenica dedicata a “Puliamo il Mondo”, va ad appendere striscioni e cartelli contro l’elettrosmog sul traliccio, con un colorato corteo. (Foto 1 – 2 – 3). Porta inoltre la questione alla attenzione di Legambiente Lazio, che decide di lanciare una campagna di sensibilizzazione contro l’elettrosmog. A maggio 2008 l’osservatorio regionale “Ambiente e legalità” diffonde un dossier completo sulla problematica delle antenne nel Lazio.
Il sottoscritto a febbraio 2008 presenta una nuova interrogazione sull’antenna, (leggi) che è tutto ciò che si può fare in Comune dai banchi della minoranza. Nella risposta che l’Amministrazione dà in Consiglio ci sono nuove rassicurazioni e nuovi impegni messi a verbale. Ma in seguito non accade nulla.
I bambini intanto crescono, senza aspettare i lunghi tempi della burocrazia o della capacità dei “grandi”. Finiscono le medie, e vanno a scuola a Roma. Altri bambini piccoli subentrano, altri genitori guardano l’antenna con preoccupazione. Il Sindaco – se gli dite di fare qualcosa – vi assicurerà che è d’accordo con voi, ma che il sole, o la luna o magari le stelle gli legano le mani.